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Era il 3 dicembre 2003 quando usciva in Italia “Alla ricerca di Nemo”, un film di animazione che ricodo straordinario ancora oggi, e che andai a vedere con i miei genitori proprio durante le festività natalizie, in uno di quei momenti di gioiosa e spensierata familiarità tipica del periodo natalizio.

Non avrei mai immaginato di ritrovarmi, quasi un ventennio successivo, a ripensare a quel cartone animato con “l’occhio clinico” dell’odontoiatra, e a stupirmi di quanto QUELLA scena mi fosse rimasta impressa nella mente: paziente urlante e dentista piuttosto incurante, in una visione non troppo lusinghiera della professione dell’odontoiatra per il pubblico di bambini e bambine a cui il film di animazione è rivolto.

Dopo quasi vent’anni il rapporto piuttosto conflittuale tra dentisti e cartoni animati non è cambiato molto. Genitori che posseggano un account Netflix da esplorare con i figli nella apposita sezione ‘Bambini’ potrebbero trovare familiare la serie animata firmata Dreamworks “Trollhunters: i racconti di Arcadia”. Anche qui emerge di tanto in tanto la figura di un dentista non troppo abile a lavorare con i bambini, piuttosto goffo e quasi sadico, in una parodia che dovrebbe risultare divertente, ma che ho trovato invece piuttosto triste ed imbarazzante.

Diventa quindì intuitivo capire come la “paura del dentista” per un bambino, sia un prodotto culturale preconfezionato, un sentimento che c’è, ma che non necessariamente nasce da esperienze negative pregresse. Esiste quasi un condizionamento involontario che induce, anche a bambini che dal dentista non sono mai andati, a pensare che, varcate le porte dell’ambulatorio, stia per accadere qualcosa di spiacevole. E alcune volte questo condizionamento non deriva da fattori “ambientali”, ma anche dal comportamento dei genitori che, anche involontariamente, potrebbero associare il dentista a situazioni negative, in un comportamento non troppo dissimile da quello che hanno fatto la Pixar o la Dreamworks negli esempi precedenti.

L’odontoiatria moderna, tuttavia, vuole accogliere i piccoli pazienti in maniera distesa e rasserenante, cercando di creare un’esperienza positiva, piacevole e gratificante.

Per raggiungere questo obiettivo la figura dei genitori è tanto importante quanto quella del professionista a cui ci si rivolge, per cui ecco alcuni piccoli consigli che papà e mamme possono mettere in pratica per facilitare il rapporto dentista – piccolo paziente:

  • far vivere ai bimbi lo studio odontoiatrico in assenza di dolore: sia, portando i propri figli ad assistere ad una propria seduta dal dentista, sdrammatizzandola e facendola fin da subito passare come un’esperienza positiva, sia organizzando una prima visita in età precoce (magari già al compimento dei 3-4 anni di età, quando tutti i denti decidui dovrebbero essere già erotti).
  • preparare il bambino alla visita con positività e serenità ma sopratutto cercando di spiegare al bambino che il dentista è una figura amica. In questo senso, è fondamentale evitare minacce e rimandi al fatto che il dentista provochi volontariamente dolore, o che usi trapani o punture, cose che alle orecchie dei più piccoli potrebbero suonare spaventose ed inquietanti. Il dentista, invece, utilizza strumenti per curare!
  • stare con il bambino durante prima visita mentre durante i futuri appuntamenti sarà lo staff dello studio ad accompagnarlo all’interno dell’ambulatorio. In questo modo è più semplice creare un rapporto più stretto di fiducia tra dentista e bambino.
  • per genitori che abbiano più di un figlio, potrebbe essere utile portare i fratelli o le sorelle nello studio odontoiatrico nello stesso momento, in modo tale che ognuno possa fungere da esempio per l’altro.

La figura del dentista si è evoluta moltissimo nel corso degli ultimi anni, e ad oggi l’odontoiatria pediatrica e la pedodonzia sono branche molto importanti che si rivolgono ai bambini come piccoli pazienti. L’approccio con l’odontoiatra non dovrebbe essere dissimile da quello che c’è per i bambini con il pediatra: un rapporto che nasce già in giovane età, semplicemente tramite controlli periodici regolari. Lo scopo ultimo è quello di preservare la salute orale dei più piccoli, e magari anche creare una sensibilizzazione nelle nuove generazioni che si spera, un giorno, possa finalmente discostare io rapporto bambino/dentista da una grottesca, per quanto burlesca, rappresentazione da cartoni animati.

Dott. Stefano Rasia